Sebbene le tecniche più evolute del Tai chi prevedano complesse e articolate forme ovvero sequenze di passi semplici o compositi, la modalità più comune con cui si pratica il Tai chi è conosciuta nello stile Yang con il termine di Beijing ossia una forma frutto dell’ordinata sequenza di 24 passi distinti in quattro sezioni.
Circa i tempi di realizzazione dell’intera forma va precisato che di norma essa può essere realizzata in cinque minuti circa; non c’è un tempo prestabilito da battute musicali, come la danza, ma esso è regolato unicamente dall’individuo o dal gruppo che pratica il Tai chi.
È evidente pertanto che tale forma, una volta conclusa, sarà ripetuta un elevato numero di volte secondo i tempi dedicati all’allenamento.
Per apprendere tuttavia la forma è necessario uno sforzo sia fisico sia mnemonico poiché le 24 posizioni sono talvolta semplici passi di transizione ma più spesso compositi movimenti che possono essere realizzati con il lato destro e con il lato sinistro del corpo.
La “forma in 24 passi” può essere realizzata a tre diverse altezze richiedendo quindi uno sforzo crescente nel passaggio da una posizione alta (quella più naturale del corpo umano) alla posizione bassa, dove il corpo viene abbassato di circa un terzo della propria altezza naturale durante tutta l’esecuzione dei movimenti.
Quest’ultima altezza è particolarmente impegnativa da mantenere lungo tutto il corso della “forma in 24 passi” perché richiede oltre al controllo dei movimenti un forte senso dell’equilibrio e forza fisica.
La postura a mezza altezza è la più comune nelle posizioni dello stile Yang e abbassa il baricentro di circa 20 centimetri, come avviene nella posizione ad arco.
Le quattro sequenze principali di cui si compone la forma in 24 passi sono costituite da sei momenti ciascuna.
La prima parte è la più semplice perché basata sui passi base del Tai chi; essa comprende posizioni come il “dividi la criniera del cavallo selvaggio” e lo “spazzola il ginocchio” e “intreccia il passo” che devono essere eseguite su entrambi i lati.
Nella seconda sezione sono contenuti i quattro principi fondamentali: il parare, il difendersi, lo stringere e lo spingere; la compongono posizioni come “afferra la coda del pavone” e “mani come nuvole”.
Le ultime due sezioni sono invece particolarmente complesse e impegnative.
La posizione 21, ad esempio, nota come “devia, schiva e sferra il pugno”, si compone di ben tre distinti movimenti.