Storia del Tai Chi

 
Storia del Tai Chi

Come molte discipline orientali le origini del Tai chi affondano molto lontano nel tempo e nello spazio.

Il termine Tai chi deriva dalla lingua cinese, in particolare dal sistema linguistico mandarino, dal termine Taijiquan (Tai Chi Chuan), espressione composta da tre termini: Tai che significa “superiore”, ji che significa “ultimo” e quan, parola che sta per “pugno”.

Insieme l’espressione potrebbe essere tradotta come pugilato leggero a ricordo delle due anime più antiche della disciplina, quella marziale e quella non violenta.

La Nascita Come Gioco

Le origini del Tai chi sono collegate ad un celebre medico che nella Cina del III secolo a.C. sosteneva l’interdipendenza dell’esercizio fisico e di quello mentale per il conseguimento di un perfetto stato di salute.

Secondo Hua Tuo, questo il nome del medico cinese, la buona salute derivava dalla costanza nell’associare i movimenti del corpo ad analoghi moti dello spirito, ispirandosi al mondo circostante (agli animali e alle piante) ed alla loro profonda armonia interiore.

Ciò che Hua Tuo ideò, fu conosciuto poi quale “gioco dei cinque animali”, durante il quale i giocatori erano invitati a riproporre movenze ed emozioni proprie del mondo animale.

Di qui derivano diversi esercizi del Tai chi che presentano attitudini e movenze in cui sono protagonisti cavalli, gru, scimmie, leoni, etc.

Tai Chi Come Arte Marziale

Dal gioco ideato in antichità fra il XII e il XIII secolo venne definendosi per opera di Zhang Sanfeng una disciplina che mirava al controllo dell’energia – chi – con il prevalente scopo del combattimento.

Lo stile di combattimento era sempre volto a replicare le movenze di combattimento di diversi animali: si narra che l'ispirazione fu vedere la lotta tra una gru ed un serpente.

Il Tai Chi Moderno

Fra le arti marziali il Tai chi abbandonò gradualmente le mosse e i gesti violenti e impetuosi, propri dello scontro corpo a corpo, prediligendo modalità legate alla leggerezza dell’esecuzione insieme con tecniche volte a controllare la respirazione e a raggiungere la concentrazione del pensiero.

Nel passaggio dal Tai chi tradizionale a quello moderno un ruolo di primo piano fu ricoperto da Wang Zongyue che nel Settecento teorizzò per la prima volta il Tai chi non violento dove erano definitivamente abbandonate le istanze marziali a favore di una disciplina fondata sul ruolo del pensiero e della meditazione.

Il Tai chi, come oggi è noto, deriva tuttavia dalle modifiche apportate dapprima nel XVII secolo da Chen Wangding, poi tra ‘800 e ‘900, da Yang Luchan e dal nipote Yang Chengfu, responsabili dello stile che porta il loro nome, molto vicino a quello oggi più diffuso.

Perché il Tai chi si adattasse ai tempi della vita contemporanea è stato necessario contenere la durata degli esercizi che talvolta potevano richiedere anche trenta minuti per essere eseguiti correttamente proponendo tutti i passaggi nella corretta sequenza.

 
 
 
 
 
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